Sakküra ci parla degli albori del suo percorso, partendo dalla passione per il beatbox fino ad arrivare a “Dio Brando”, il suo primo singolo fuori su tutte le piattaforme digitali. Un artista emergente che si è fatto da solo e che prende ispirazione da una sua grande passione: gli anime

 

Come è nato il tuo nuovo brano, “Dio Brando”?

“Dio Brando” è nato dalla voglia di far sapere a tutti chi è “Sakküra”, cosa pensa e cosa vuole raggiungere. Volevo scrivere un brano per presentarmi. Lo definisco un pezzo “Anitrap” perché al suo interno si possono trovare riferimenti a vari anime, che utilizzo per comunicare dei miei pensieri. Ho scelto Dio Brando (che è uno degli antagonisti principali dell’anime “Le bizzarre avventure di Jojo”) come personaggio da impersonare nella canzone, perché è eccentrico, potente, affascinante e anche se viene dal nulla cerca di conquistare il mondo.

 

Da cosa nasce il tuo nome d’arte?

Il mio nome d’arte nasce dall’unione del mio vecchio soprannome con cui i miei amici mi chiamano da quando ero piccolo “Sakkoz” e Sakura che è un personaggio femminile dell’anime “Naruto”. Ho fuso il vecchio me con quello nuovo e l’ho fatto diventare il personaggio di un anime.

 

C’è qualche artista, italiano o straniero, da cui prendi particolare ispirazione?

Non ci sono artisti da cui prendo ispirazione in particolare, ma un artista che mi ha influenzato sicuramente, che ascolto da quando ero piccolo è Noyz Narcos e il suo collettivo. Essendo un amante dell’horror, adoravo il suo stile macabro.

 

Sei completamente autodidatta oppure c’è stato qualcuno che ti ha dato una mano agli albori?

Sono totalmente autodidatta, ma tutta la musica che ho ascoltato di generi differenti nel corso del tempo mi ha dato di sicuro una grande mano a diventare quello che sono ora.

 

Chi, oppure cosa, ti ha fatto innamorare dell’hip hop?

L’hip hop è un genere che ho sempre apprezzato, ma me ne sono innamorato sicuramente quando ho scoperto la mia grande passione per il beatbox a 16 anni, mi allenavo ogni giorno e spesso facevo beatbox con musica rap di sottofondo.