1 – Siamo nel momento delle elezioni politiche. Cosa non é stato fatto a tuo avviso, negli anni, per la situazione sulla Domiziana?

Questo è un discorso molto lungo e non affrontabile in una sola domanda. Se dovessi focalizzarmi su un punto, la prima cosa che mi viene da sottolineare è innanzitutto la disastrosa situazione dei trasporti pubblici che sono pressochè inesistenti. Quando mi sono trasferito a Napoli ho potuto notare quasi con sorpresa il fatto che la gente considerasse un territorio che dista qualche decina di chilometri dalla città, ben più lontano di quello che realmente è. I treni circolano nelle stazioni di Licola e Villa Literno che sono abbastanza vicine a Castel Volturno, e si sarebbe potuta realizzare una stazione di interscambio a Pinetamare che in linea d’aria è situata alla stessa distanza da entrambe le località e in una posizione strategica se si considera la geografia del territorio, almeno fin dove sfocia il Volturno. Senza avere un trasporto privato è quasi impossibile spostarsi soprattutto dopo un certo orario, e credo che alcuni di quelli che sono diventati aspetti negativi del posto, con un sistema di trasporti quantomeno decente avrebbero potuto rivelarsi dei pregi.

2 – Perché sei così tanto legato a questa strada? Così tanto da avere dato a un tuo brano il nome della strada?

Qui ho iniziato a fare musica ed ho cominciato i miei primi progetti, questa strada è stata la mia prima fonte d’ispirazione, quindi più che “legato” direi che sono stato “originato” da questo ambiente, anche se poi è soltanto una delle mie varie influenze artistiche e di vita. Inoltre mi sembrava giusto dare un senso anche cronologico al mio esordio solista, sia per l’ascoltatore che gettando uno sguardo alla zona può analizzare meglio i temi che sollevo nel brano, sia per me stesso perchè ho tenuto a mantenere una sorta di ordine nel lavoro, motivo per cui ho fatto uscire per prima questa canzone. Non sono legato particolarmente ad un solo posto e la Domiziana non avendo un’identità omogenea mi trasmette la sensazione di un continuo viaggio, percezione che ben si sposa col mio attuale stato d’animo anche perchè ultimamente mi sto spostando spesso nel resto d’Italia. Questo per esempio è uno punto che si potrebbe allacciare alla domanda precedente, si sarebbe potuto usufruire di tutta questa ”originalità” a disposizione. Dato che non è stato fatto o quasi, ho pensato di musicare questo mio pensiero.

3 – Se chiudi gli occhi e immagini …. cosa vedi fra 10/15 anni in quella strada?

Se penso a 10/15 anni fa, sicuramente la situazione sulla zona è migliorata, ricordo i primi anni del 2000 e credo siano stati il culmine del degrado, tuttavia lo scenario è molto frazionato perchè ci sono scorci di territorio che essendo più turistici e popolati sono curati meglio mentre altri sono tuttora totalmente abbandonati a sè stessi. Sono abbastanza scettico su uno sviluppo concreto e totale della zona, soprattutto quando dopo 40 anni di fenomeni migratori ancora esiste il razzismo verso una parte della popolazione che tra l’altro si è stabilita qui, non è di passaggio. Di questo passo non dico che non ci possa essere una crescita esponenziale ma 10 anni sono troppo pochi per vedere questo miglioramento, salvo positivi imprevisti. D’altro canto ultimamente ho però conosciuto tanta gente più coscienziosa ed attenta a questo discorso, cosa che anni fa non ho mai visto o almeno non notavo, e sicuramente è un bel punto a favore.

4 – Il tuo nome d’arte “Domity”, richiama anch’esso la strada?

Si, anche se in questo caso non l’ho scelto appositamente per sottolineare il luogo di provenienza ma ha un’altra valenza. Ci ho messo un po’ a trovarlo e l’ho fatto dopo aver scritto l’ultimo brano del disco che è appunto Domiziana. Volevo una cosa significativa, possibilmente una sola parola con poche lettere che riuscisse al tempo stesso ad essere comune e particolare. La Y l’ho usata perchè mi trasmette quel tocco fantasy, che però non va in contrasto ma anzi accompagna il lato street delle altre cinque lettere. Dato che la mia musica è piena di riferimenti a film, letteratura, cartoni animati, fumetti e videogiochi, ho pensato che il mio pseudonimo doveva contenere realtà e fantasia, anche perchè nelle mie canzoni il confine tra le due cose non è mai ben definito.


5 – Che cosa ci possiamo aspettare a livello di tematiche nel tuo disco?

Il disco è abbastanza vario, ce n’è per tutti i gusti. Ho toccato sia tematiche personali che sociali, non tralasciando di inserire anche tracce più spensierate e leggere, ma credo che tutte le tematiche possano essere avvertite bene da chi ascolta i brani perchè c’è sempre un punto comune a cui l’immaginario collettivo può agganciarsi, qualche situazione vissuta o vista in cui l’ascoltatore può ritrovarsi, sia soffermandosi soltanto su una frase singola che esaminando ogni canzone nella sua totalità.

6- A proposito di questo … quando credi che lo pubblicherai?

Questo non lo so ancora perchè per ora mi sto dedicando ai singoli e prima della pubblicazione del disco voglio farne uscire almeno un altro o due. Il prossimo singolo, in uscita a breve, sarà una vera e propria storia, mi sembra il pezzo più adatto per continuare il lavoro perchè contiene più punti tra quelli che ho citato prima. Vorrei pubblicare l’album, soprattutto perchè è il primo, nel momento in cui i singoli precedenti siano riusciti a dare uno stampo non troppo definito ma comunque abbastanza chiaro da anticipare quello che poi sarà il resto dell’opera.

7 – Credi sia meglio l’indipendenza musicale o essere affiancati da una label?

Label. Per più di una ragione. Secondo me in generale se la label è gestita da professionisti non snatura la musica che fai, anzi si lavora indirizzando l’artista ad una crescita che poi si riflette su una maggiore vendita del prodotto, quindi non ha senso nè per l’etichetta nè per l’artista non procedere secondo questa linea. La label guadagna più dell’artista che però non ha comunque spese ma guadagno netto e la possibilità di farsi conoscere, quindi ci vanno bene entrambi. Comunque a parte questo discorso sono da considerare anche le difficoltà nell’organizzazione in cui si incappa da indipendenti, per portare avanti il disco ho lavorato con più persone che comunque hanno creduto nel mio progetto, ma non è sempre possibile spingere un lavoro di qualità coinvolgendo più professionisti, io sono stato anche fortunato in questo e comunque ci ho messo qualche anno prima di scendere in piazza perchè ho dovuto lavorare molto ad aspetti che magari stando con una label avrei curato in maniera più marginale. Ma va bene così, è tutta esperienza che aiuta a capire come funzionano alcuni meccanismi.

8 – Cosa hanno detto le persone che hanno visto il pezzo/video? Quali feedback sono andati per la maggiore?

Il video ed il pezzo sono piaciuti, almeno ai miei amici e conoscenti, sicuramente ci sarà stato qualcuno che non l’avrà apprezzato ma non me l’hanno detto direttamente, anche se l’avrei presa comunque positivamente perchè per quanto sia autocritico preferisco sempre raccogliere pareri disparati per farne oggetto di crescita, soprattutto musicalmente. Comunque è ancora troppo presto per fare una valutazione, chiunque è capace di fare un singolo, a me interessa più un’opinione su una scala più ampia di produzioni che è appunto il disco, anche perchè ho optato per varie soluzioni all’interno dell’album e sto ancora capendo bene come voglio sviluppare la mia musica futura. Per me è importante perchè è un lavoro sperimentale, quindi che ben venga ogni tipo di critica.

9 – Spiega a chi ancora non l’ha visto …. cosa c’é nel video e nel tema del pezzo. Di cosa parli? Quali punti sollevi?

Cercherò di fare una piccola sintesi per chi se lo fosse perso, Domiziana è il titolo del mio primo singolo e l’ho ideato come un bigliettino da visita musicale. La Domiziana è la strada che collega i luoghi dove ho trascorso la mia adolescenza, quindi ho cercato di far emergere anche nel videoclip le mie esperienze di vita, musicali e non. La scenografia del video è molto variegata, paesaggi naturali di bellezza assoluta si alternano a rovine di villaggi fantasma, un tempo luoghi di fermento e vitalità. Questo contrasto visivo va di pari passo anche con le parole della canzone, infatti ho cercato di sottolineare sia le mie emozioni negative ma anche la risposta al declino che si traduce nella rinascita, cosa che io affronto producendo musica ma che ognuno a modo suo può mettere in atto, per questo ho voluto la presenza di altre persone nel video, tra l’altro miei concittadini.

10 – Che ruolo dovrebbe avere la musica per chi la ascolta? Intrattenimento o formare?

Intrattenimento come formazione. Io considero l’arte e la bellezza non soltanto fini a se stesse ma aventi proprio funzione di miglioramento della qualità della vita dell’uomo. Rispetto ed ascolto molti generi musicali, perchè anche canzoni meno articolate nel testo possono magari rendere di più con i suoni, come viceversa può farlo un brano più improntato verso la stesura lirica ma con musica più minimale, questo dipende dai gusti personali dell’ascoltatore. Personalmente ho cercato di trovare nelle mie canzoni il miglior bilanciamento possibile per portare avanti quelli che sono i miei gusti personali, fortunatamente abbastanza vari.