Con Floodgaze, il progetto romano Sonic Transistor torna con un album di sette tracce sospese tra shoegaze, dream-pop e post-punk. Un disco che racconta storie reali e stati d’animo sfumati, trasformando esperienze quotidiane in paesaggi sonori intensi e viscerali.
C’è qualcosa di profondamente umano in Floodgaze, il nuovo album di Sonic Transistor, alias Giovanni Ianiro. Pubblicato da Shore Dive Records, questo lavoro di sette tracce è un viaggio intimo e al contempo collettivo, sospeso tra sogno e consapevolezza, nostalgia e disincanto.
Fin dall’iniziale “Life”, si viene immersi in un universo sonoro dove shoegaze e dream-pop si fondono in una trama liquida e malinconica, intarsiata da bassi corposi e batterie che sembrano voler tenere i piedi dell’ascoltatore ben ancorati a terra, mentre le chitarre e la voce lo invitano a fluttuare. Una tensione costante tra fuga e radicamento che diventa cifra stilistica del disco.
Il singolo “Collection of Me”, in rotazione radiofonica dal 4 aprile, è forse il manifesto più evidente di questo dualismo: un brano che parte dalla narrazione personale ma ambisce a diventare riflessione collettiva. Ogni suono, ogni verso, è un frammento di identità alla deriva, ma ancora capace di cercare uno specchio negli altri.
Ianiro, romano e polistrumentista, costruisce i suoi paesaggi sonori come se fossero sogni lucidi: “Far Lights” e “Layers of Sky” evocano atmosfere rarefatte, quasi cosmiche, mentre “Morning Dew” e “Welcome to Darkness” sprofondano in una dimensione più scura, new wave, a tratti post-punk, dove la melodia resta ma si contorce, si scompone, si graffia.
C’è una coerenza narrativa che tiene insieme l’album, una sorta di diario emozionale scritto attraverso volti, incontri, intuizioni fugaci. Ogni traccia è dedicata a una persona reale, incontrata nel quotidiano. Non è un concept nel senso classico, ma una raccolta di istantanee emotive che, messe insieme, disegnano una mappa dell’umano contemporaneo: fragile, disilluso, ma ancora profondamente affamato di contatto.
Con Floodgaze, Sonic Transistor non si limita a riesumare il suono shoegaze: lo reinventa con grazia e urgenza, lo rende vivo e necessario, soprattutto in un’epoca in cui sentirsi “visti” dall’altro – anche solo per un istante – può fare la differenza.
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