È uscito il nuovo album di LaVia
Monologo è un disco dalle sonorità tipicamente Trap, con influenze ben distinte con il giusto mix di rap e cantato melodico. Diversi I temi toccati tra cui spiccano la malinconia, e la sofferenza interiore dell’artista, che lui stesso metaforicamente paragona alla sofferenza in cui versa la natura attualmente, a causa dell’attività dell’uomo. L’abbiamo intervistato, ecco le sue risposte:
Ciao iniziamo subito con qualche curiosità! Come hai scelto il tuo nome d’arte?
Me lo hanno dato i miei amici, deriva da “Carlito’s Way” il film di Brian de Palma. Non ho mai capito il motivo ma in quartiere mi chiamavano “La via di Carlito” che poi è diventato semplicemente LaVia. Col tempo ho capito che nella vita devi seguire la tua via ovvero la tua visione, il tuo sogno, la tua strada per essere felice e quindi questo nome ha assunto un significato ancora più importante per me. Follow the Way, follow your Way!
C’è qualche aspetto della cultura Trap che non approvi?
L’ostentazione in generale e il modo di sfoggiare le armi nei video.
Secondo te la musica e i gusti possono dividere le persone?
I gusti è giusto che siano differenti altrimenti sarebbe una vera noia questo mondo. Chi fa della diversità motivo di divisione, nella musica ma come in ogni aspetto della vita, non riesco a comprenderlo. Credo che l’omologazione sia un limite alla dimensione artistica. Io penso al contrario che la musica sia unione con se stessi e con gli altri.
Quali sono i tuoi artisti preferiti?
Impossibile risponderti, ti dico 3 artisti che sto ascoltando tantissimo nell’ultimo periodo: Lil Tjay, Vory e CoCo
Andiamo al fulcro di questa intervista. Parlaci del tuo nuovo album. Cosa ti ha spinto a scriverlo?
Monologo è il mio monologo interiore, racchiude esperienze, sensazioni e pensieri che pesavano dentro di me e che non sarei riuscito a interpretare e tirare fuori senza l’aiuto della musica. Tenere dentro parole e emozioni è distruttivo, ti logora l’anima. L’uscita dell’ album mi ha liberato e reso più consapevole di ciò che sono, oltre a comprendere cosa sia per me la musica. Questo disco è uno sfogo interiore dove ogni singolo ascoltatore può trarne il suo significato.
Quali sono le tue tracce preferite?
Ogni traccia racconta un periodo della mia vita, qualcosa di me o qualcosa che ho vissuto. Ogni brano è un tassello fondamentale e ogni canzone racconta una storia. Monologo è un viaggio e ogni traccia rappresenta una tappa del percorso, per me sono tutte importanti perché la loro fusione ha portato alla nascita dell’album.